La città di Lecco sorge su un deposito alluvionale, praticamente in una conca delimitata dalle Prealpi e dal Lago di Lecco.
Alessandro Manzoni parlava così di Lecco:

“Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a restringersi, e a prendere corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all’occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e L’Adda ricomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e nuovi seni.”

Lecco passò alla Spagna in seguito alla caduta del Ducato di Milano. Grazie alla politica spagnola, la città mantenne l’autonomia dei vari Paesi dipendenti dalla Corona di Spagna.
Grazie all’operazione di molti mercanti e imprenditori nella zona fiorì molto l’attività siderurgica. In tal periodo però la città, come del resto tutta la zona del milanese, soffrì di pestilenze e carestie, tutto descritto da Manzoni nei Promessi Sposi.
Lecco, romantica città manzoniana profumo di lago e di fiori.
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